LUPI MANNARI SIATE MALEDETTI – Nel 70º anniversario della dichiarazione universale dei diritti umani dal diario pubblico di Giovanni Torres La Torre
Vi cerco, groppi di sete e fame,
tiranni dei continenti
fiumi di fogne;
vi cerco, porte sbarrate
urlo nelle scale
segnali che negano chicchi di grano;
vi cerco, filo spinato
altari senza calici
e lame che fremono al cuore dei santi;
vi cerco, briganti di passo,
untori delle terre dei fuochi
e contrabbandieri di veleni;
vi cerco, biscazzieri di Stato
predoni e mercenari,
mezzani di tresche e losche faccende;
vi cerco, monete false,
calendari senza feste
tamburi di morte;
vi cerco, carcerieri della parola,
piromani di roghi di libri,
macellai di chi scrive e di chi legge;
vi cerco, voci di lusinghe,
respiri di iene sulla carne dei bambini,
infami carcerieri di nidi innocenti;
vi cerco, stupratori della bellezza
ladri di fiumi e di montagne
di municipi ed elemosine di chiesa;
vi cerco, profanatori delle orazioni,
della bella rima gioiosamente canto
e vivo in allegranza;
vi cerco, beduini del deserto dei negrieri,
schiavisti di braccianti
incendiari di tane di stracci;
vi cerco, falsi apostoli,
chiodi della crocifissione,
profanatori di mantelli di madonne;
vi cerco, ladri di sogni e di aquiloni,
nodi scorsoi al domani della gioventù
e ladri di pane secco;
vi cerco, grafomani di pisciatoi,
di ascensori di scuole e ospedali,
di marmi di eroi e apostoli e stelle di ebrei;
vi cerco, maligni lupi,
ingordi al fiume di Fedro
del sangue dell’agnello;
vi cerco, palazzinari degli omicidi bianchi,
burocratici del torni domani
borseggiatori dei diritti;
vi cerco, belle Istituzioni della democrazia
che svendete le nostre Leggi e l’anima
e la bandiera e il vento che la trema e la canta.
II
Vi maledicano le opaline dei cimiteri,
il sacro della morte che aleggia
nella solennità dei cipressi;
vi maledicano i fiori di carta,
la sofferenza dei ceri
cui è stata conferita amorevole significanza;
vi maledicano fontane piene e orme di sabbia,
e il cuore che canta
con allegranza la stagione che viene;
vi maledicano i fiumi che straripano,
la foresta dei violini
e il loro suono, amabile e antico;
vi maledicano gli eroi di pietra
delle belle terre del Mediterraneo,
le antiche monete, i volti mangiati nella carne;
vi maledicano le lampe ad olio dei vostri antenati,
i ritratti di incubi notturni
nascosti nell’ombra non vi diano pace;
vi maledicano le voci dei carcerati,
gli ammalati maltrattati
i poveri che dormono per strada la loro paura;
vi maledicano bellezza di altre ombre
e luci innamorate dei cieli
e firmamenti cadenti di desiderio;
vi maledicano le bocche sdentate,
la povertà di dita senza anelli, i predi nudi
e le visibilità mutanti della vita e della morte;
vi maledicano i seni smagriti e senza latte,
la fatica degli occhi impietriti senza lacrime,
le lampadine smielate dell’infanzia dei poveri;
vi maledicano la bellezza della bellezza,
l’acqua, la terra, il fuoco o l’aria,
la fisionomia dei giorni;
vi maledicano i seccherizzi di arsure
dei fuochi di terreni di uluvi, la povertà delle periferie,
le braccia crocifisse, senza nidi né fronde;
vi maledicano gli ultimi anelli di legno
al bastone delle tende nel tempo difficile
del desiderio di scostarle e guardare chi passa;
vi maledica la luna, in quelle volte che viene,
offre i fiori del suo giardino e le spine
e confida di non avere niente di più bello;
vi maledica il paradiso del cielo, l’inferno,
la memoria di ciascuno su questa terra
e il rimpianto di qualche tenezza musicale;
vi maledica il sonetto
alla santissima notte di Natale,
notte che cede allo splendore del giorno
nei doni venuti da Oriente;
vi maledica ogni figura amorosa di terra lontana
seduta all’ombra che non è tenebra
che aspetta la sua stelle e la sua fede;
vi maledica questa indistinta vita,
fiore giallo d’amoroso segno,
tenerezza d’erba che si spezza;
vi maledica il viandante, povero di mercanzie
si sgola a vendere storie di santi, i miracoli
di arbusti su muri spolpati dei giorni;
vi maledicano i gerani, gli oleandri del fiume
le grondai cadenti, il silenzio dei battenti,
l’ombra fuggita dalla pergola degli antenati;
vi maledicano le reti dei pescatori,
le falci del grano, i telai delle ricamatrici,
i quaderni dei bambini, i loro soli trafitti;
vi maledicano fili esili di seta
della vita quotidiana, quando dipanano e il ricamo
è talmente trasparente che appare e non appare:
vi maledica altra trama che esita alla presenza della mano,
anch’essa incerta
sulla svolta da imboccare;
vi maledicano gli alberi che si somigliano,
i giardini dei loro mondi
e le emozioni che donano;
vi maledica l’uccello ferito nell’ala,
a guardia del fiume si dondola su esile ramo
indeciso se lasciarsi andare.
Siate maledetti, in questo 70º anniversario
Della dichiarazione universale dei diritti umani.
Dieci dicembre 2018